Nelle fiabe sono quasi sempre tre: tre desideri pronti per essere esauditi, opportunità prodigiose di dare alla vita la pienezza che ancora non ha. A condizione però di far buon uso di queste occasioni fatate, che di fatto vuol dire: prima di aprire bocca per chiedere, pensa bene a che cosa vuoi e alle possibili conseguenze della tua richiesta. Una cautela indispensabile, che le favole fanno bene a insegnarci, perché la forza del desiderio è tale da potercisi perdere dentro.

E che tra desiderio e smarrimento il richiamo sia forte ce lo dicono anche gli antichi, che navigavano il mare orientandosi con le stelle. Quando poi le luci guida scomparivano dietro a un cielo carico di nuvole, ecco che l’astro – sidus – brillava solo per assenza. Allora, immersi in un’infinità senza appigli, non si poteva che de-siderare: sentire la mancanza della stella svanita, avvertendo nel cuore uno struggimento che nasce non tanto da carenza, quanto dall’affezione per qualcosa a cui tendere nonostante. L’immagine dell’edizione prende spunto da qui. È una grande nube, soffice e cedevole come lo zucchero filato di cui è fatta, a dire che c’è una speciale dolcezza anche quando le luci in cielo non si vedono più. E questa dolcezza è la voluttà del desiderio, che ci attraversa e ci sommerge.

Ma sommergendoci non ci colma mai, e questo è invece il volto fatale del desiderio, a cui la nostra nuvola allude con un velato senso di incombenza: non essere mai appagato. Mick Jagger aveva davvero ragione a cantare «I can’t get no satisfaction». Non c’è al mondo essere umano che possa dirsi totalmente saziato. In ogni dolcezza ci sarà sempre qualcosa che manca, un’assenza che sollecita, una luce celeste che ancora non si fa trovare… Eppure è proprio in questo spazio, struggente ma traboccante di tutti i “possibili”, che respira il desiderio. Desideranti, allora, siamo tutti noi. Noi che questa mancanza la abitiamo per natura, ma che sappiamo anche prendere lo slancio e puntare oltre, verso l’altezza delle nostre aspirazioni.

Armando Buonaiuto
curatore Torino Spiritualità